My Houzz: Da Ex-Scuola a Casa Galleria con Soffitti Alti 6 Metri
Pareti fatte di libri e arredi di recupero per uno shabby chic intellettuale e molto cosmopolita
Diego è un architetto, una decina d’anni fa ha comprato e ristrutturato il suo appartamento che era stato utilizzato come scuola per quasi un secolo.
L’edificio in cui si trova è un palazzo del Settecento nel cuore del Rione Sanità a Napoli, dove vive con il suo compagno Sasi e i loro due cani Cosino ed Erik. Insieme hanno trasformato la casa in una home gallery: uno spazio per la scena teatrale e artistica napoletana. Diego e Salvatore sono una coppia affiatata e piena di energia come la loro casa che, tra diversi stili e tanti colori, manda vibrazioni positive.
L’edificio in cui si trova è un palazzo del Settecento nel cuore del Rione Sanità a Napoli, dove vive con il suo compagno Sasi e i loro due cani Cosino ed Erik. Insieme hanno trasformato la casa in una home gallery: uno spazio per la scena teatrale e artistica napoletana. Diego e Salvatore sono una coppia affiatata e piena di energia come la loro casa che, tra diversi stili e tanti colori, manda vibrazioni positive.
Appena entro mi colpisce l’insegna nell’ingresso e Diego mi racconta il suo primo incontro con la casa: «Sono venuto a vivere in questa casa nel 2001 dopo oltre due anni di lavori. Quando sono entrato la prima volta era in stato di abbandono: era stata la scuola elementare del quartiere dalla fine dell’Ottocento agli anni Ottanta. Poi era stata abbandonata per oltre un decennio. I vetri erano rotti, gli uccelli avevano fatto il nido in quelle che un tempo erano le aule dei bambini. Mi piacevano i soffitti alti, che fosse esposta su tutti e quattro i lati e che avesse due terrazzi, uno a est e uno a ovest».
Diego è anche uno scrittore, la sua casa infatti è invasa dai libri. Salvatore Falco invece è designer di moda e artigiano: disegna abiti e accessori e poi li realizza a mano. In casa hanno un angolo di felicità in comune: «Io sull’amaca e Sasi su uno dei materassi del salotto arabo. Entrambi a leggere e ascoltare Mozart, i cani sempre con noi», dice Diego.
L’arredamento ha stili differenti e porta i segni dei viaggi in diverse parti del mondo: Nepal, Sri Lanka, Yemen, Madagascar… La testiera del letto ad esempio è un telo cangiante del Nordafrica, ricordo di uno dei tanti viaggi.
La camera da letto è l’unica stanza della casa, oltre ai bagni, ad avere la porta. Nella ristrutturazione Diego ha deciso di lasciare le stanze libere di comunicare tra loro, mettendo all’occorrenza delle tende, ma lasciando in vista la profondità della casa. Partendo dall’ingresso si susseguono due saloni fino alla camera da letto e per l’assenza di porte si creano ai lati dei lunghi corridoi.
La camera da letto è l’unica stanza della casa, oltre ai bagni, ad avere la porta. Nella ristrutturazione Diego ha deciso di lasciare le stanze libere di comunicare tra loro, mettendo all’occorrenza delle tende, ma lasciando in vista la profondità della casa. Partendo dall’ingresso si susseguono due saloni fino alla camera da letto e per l’assenza di porte si creano ai lati dei lunghi corridoi.
I due cani, inseparabili compagni, sono stati entrambi salvati dalla strada. Quello scuro si chiama Cosino e ha ormai 10 anni, mentre il bianco che è, invece, “un giovanotto”, si chiama Erik: «Come il protagonista del Fantasma dell’Opera – spiega Sasi – perché la macchia che ha intorno all’occhio sinistro, ci ricordava la maschera del protagonista!».
Diego e Sasi amano la musica, il vino bianco e l’arte contemporanea: hanno deciso di unire tutte queste passioni a quella per il teatro dando vita a Wunderkammer, una serie di eventi organizzati in spazi d’autore. «Inizialmente li proponevamo qui casa nostra – raccontano – ma sono diventati degli eventi sempre più grandi, con tantissime persone e abbiamo dovuto trovare altri spazi».
La casa ha due terrazzi e la vista preferita da Diego è quella della finestra della camera da letto: «Si affaccia su quello che chiamiamo il “giardino zen”. È fonte di ispirazione. Il più delle volte scrivo seduto alla scrivania davanti a quella finestra». Il terrazzo è diventato una vera e propria giungla, pieno di piante di diversa origine che danno a Diego un senso di serenità. L’altro terrazzo che è ubicato a ovest, affaccia sulla collina di Capodimonte.
Entrambi vivono molto la casa visto che la usano anche come studio per lavorare, soprattutto Diego: «La mia stanza preferita è la biblioteca perché ci lavoro, leggo, lì organizziamo concerti, spettacoli teatrali e mostre di pittura e di fotografia».
La struttura della casa con i soffitti alti quasi 6 metri e la sua incredibile passione per i libri, hanno portato Diego a progettare e costruire delle librerie sopraelevate con passerelle in ferro legno e vetro che collegano tutti e tre i saloni. Sulle mensole ci sono fiori e fotografie degli amici oltre ai libri, tanti, tanti libri.
Diego per il suo lavoro di scrittore utilizza moltissimi taccuini e una vecchia macchina da scrivere Olivetti Lettera 32, ancora funzionante, con cui ha scritto il suo primo romanzo, I silenzi abitati delle case, pubblicato nel 1995 da Edizioni Loffredo. Nel 2014 ha pubblicato anche Come se non fosse successo niente, Edizioni Rogiosi.
«Gran parte dell’arredamento è composto da oggetti di recupero, nella migliore tradizione dello shabby chic, dove molti oggetti sono reinterpretati. Il tavolo da pranzo, ad esempio, è fatto con una vecchia ringhiera dell’Ottocento sostenuta da una struttura che ho disegnato in semplici profili di ferro sormontata da un vetro e la ghiacciaia di latteria anni Cinquanta l’ho trasformata in una scarpiera per la camera da letto. Fanno eccezione alcuni pezzi di famiglia o i pezzi creati su disegno, come le librerie in ferro e legno di acero che sono in ogni ambiente o il piano della cucina in acciaio lungo oltre sette metri», dice Diego.
La cucina è stata interamente disegnata e realizzata da Diego ed è diventata uno spazio importante e molto vissuto da entrambi. Amano cucinare e organizzano molte cene, inoltre Sasi mi racconta che è il suo luogo preferito della casa: «Dove passo la maggior parte del mio tempo, non solo per cucinare, ma anche perché uso spesso il grande tavolo centrale per tagliare i tessuti e assemblare gli abiti».
La cucina è stata interamente disegnata e realizzata da Diego ed è diventata uno spazio importante e molto vissuto da entrambi. Amano cucinare e organizzano molte cene, inoltre Sasi mi racconta che è il suo luogo preferito della casa: «Dove passo la maggior parte del mio tempo, non solo per cucinare, ma anche perché uso spesso il grande tavolo centrale per tagliare i tessuti e assemblare gli abiti».
Nel ristrutturare la casa Diego ha cercato di prendersi cura dei resti antichi come le travi di castagno del soffitto e le carte dipinte a mano originali del Settecento, ma di aggiungere un tocco contemporaneo all’appartamento: «Ho utilizzato i materiali che da sempre amo: il ferro, il vetro, i legni caldi. E poi le resine per dare delle macchie di colore».
Oltre agli oggetti di recupero trasformati in altre cose ci sono anche creazioni semplici e divertenti come questo albero di cappelli, un attaccapanni creato con un’antica damigiana in vetro e un ramo secco, che con un po’ di fantasia è diventato un oggetto affascinante oltre che utile.
Alcuni oggetti recuperati sono stati invece rimessi apposto e utilizzati secondo il loro uso attuale, come questo telefono anni Trenta che è ancora perfettamente funzionante.
Anche nel bagno troviamo travi di legno e putrelle di ferro, il porta asciugamani era una vecchia scala a pioli recuperata. La loro passione per il cinema, oltre a riempire le pareti dei soppalchi con locandine dei film, la ritroviamo anche qui con le dive del cinema: Marilyn Monroe e Grace Kelly.
«La colazione è un momento che amiamo molto: d’inverno la facciamo in cucina su un tavolino ricavato dalla struttura di una vecchia macchina da cucire con un cristallo come piano. In estate sempre in terrazzo», racconta Diego. Un altro tocco creativo è la scelta di utilizzare due antiche cornici dorate per incorniciare il muro.
Ovviamente con la bella stagione le cene si spostano in terrazza. Per metà è chiusa da una veranda ricavata da Diego buttando giù i muri di una stanza; c’è anche un bagno all’aperto. Le cene organizzate a casa da Diego e Sasi hanno molte tradizioni particolari: ad esempio durante il periodo natalizio chiedono, a tutte le persone che ospitano, di scrivere i loro desideri o propositi per l’anno nuovo su un foglietto e di appenderlo sull’albero dei desideri. L’ultimo giorno dell’anno, a mezzanotte, fanno un gran falò con tutti questi foglietti come buon auspicio per il nuovo anno.
«Quello che amo di più di questa casa – dice Diego – è la possibilità di ospitare tanti amici, di vivere tra le nostre passioni e di vivere come se fossimo sempre in vacanza. Quello che odio è il caos che c’è appena fuori dalla porta: un quartiere che doveva decollare come la Nothing Hill napoletana e che invece è stato abbandonato a se stesso». Il rione Sanità infatti rappresenta ancora oggi il cuore pulsante della Napoli popolare, quella agrodolce di Eduardo De Filippo e quella comica di Totò che infatti è nato proprio in questo quartiere. Una Napoli caotica e piena di contraddizioni, ma allo stesso tempo piena di bellezza poetica e con un grande potenziale.
Proprio per questo motivo Diego ha deciso di creare nella sua casa un piccolo angolo di paradiso, dove poter lavorare in tranquillità ma anche rilassarsi dimenticandosi della frenesia cittadina: «Ho voluto mettere su uno spazio che fosse una sorta di casa vacanza nel cuore di Napoli. Quando chiudo la porta mi lascio alle spalle la città tentacolare e caotica e scelgo tra l’amaca, la biblioteca e il terrazzo».
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Nella rubrica My Houzz proponiamo interessanti e originali abitazioni di proprietari di case e inquilini. Se vuoi partecipare alla rubrica, inviaci alcune foto della tua abitazione insieme a una breve descrizione a redazione@houzz.com. Ove decidessimo di venire a fotografare la tua casa, ti contatteremo al più presto.
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Chi ci abita: Diego Nuzzo e Salvatore Falco, con i loro cani Cosino ed Erik
Dove: Rione Sanità, Napoli
Superficie: circa 300 m²; 2 camere, 3 bagni, salone triplo, 2 terrazzi, soppalco con passerelle e cucina abitabile
Anno di costruzione: inizi del Settecento
Anno di ristrutturazione: 2001
Architetto: Diego Nuzzo
Il particolare interessante: la casa è stata la scuola elementare del quartiere per circa un secolo