Mancanza di Legno e Edilizia: Come Rispondono i Diversi Paesi
Gli editor di Houzz dal mondo raccontano come diversi paesi stanno rispondendo alla carenza del legno come materia prima
Una combinazione di fenomeni recenti – la pandemia di Covid-19, il boom edilizio, gli incendi boschivi e una infestazione di coleotteri – ha limitato drasticamente le risorse lignee disponibili in tutto il mondo. Gli editor di Houzz hanno ricostruito le origini del problema e analizzato l’effetto a catena sul settore parlando con i professionisti e i proprietari di casa dei paesi più colpiti da questa scarsità di legno senza precedenti.
Ci sono altri fattori che hanno ulteriormente influenzato la fornitura di legname. L’International Tropical Timber Association segnala che la carenza di container marittimi ha avuto un impatto sulle importazioni di legname in Giappone e Cina; mentre la Brexit ha complicato le importazioni nel Regno Unito.
Il legname non è l’unico materiale con una disponibilità limitata. Tra le altre materie prime utilizzate nelle costruzioni ci sono ad esempio l’acciaio e il rame. Per i professionisti e i proprietari di casa questo si è tradotto in uno sbalorditivo aumento dei prezzi. La National Association of Home Builders ha calcolato che la scarsa disponibilità di legname ha aumentato il costo medio di una casa di nuova costruzione di quasi 36.000 dollari statunitensi.
Sfortunatamente, i lunghi tempi necessari per i progetti di costruzione rendono tali interventi particolarmente suscettibili alla volatilità. «La maggior parte delle imprese di costruzioni ha contratti a prezzo fisso, il che attribuisce al contractor la responsabilità delle fluttuazioni dei costi influendo sui complessivi guadagni o perdite. Poiché la volatilità dei prezzi del legname persiste, alcuni professionisti stanno ripensando ai loro modelli di business per evitare la contrazione dei margini di profitto», dice Sargsyan.
Il legname non è l’unico materiale con una disponibilità limitata. Tra le altre materie prime utilizzate nelle costruzioni ci sono ad esempio l’acciaio e il rame. Per i professionisti e i proprietari di casa questo si è tradotto in uno sbalorditivo aumento dei prezzi. La National Association of Home Builders ha calcolato che la scarsa disponibilità di legname ha aumentato il costo medio di una casa di nuova costruzione di quasi 36.000 dollari statunitensi.
Sfortunatamente, i lunghi tempi necessari per i progetti di costruzione rendono tali interventi particolarmente suscettibili alla volatilità. «La maggior parte delle imprese di costruzioni ha contratti a prezzo fisso, il che attribuisce al contractor la responsabilità delle fluttuazioni dei costi influendo sui complessivi guadagni o perdite. Poiché la volatilità dei prezzi del legname persiste, alcuni professionisti stanno ripensando ai loro modelli di business per evitare la contrazione dei margini di profitto», dice Sargsyan.
Vediamo ora come i paesi di tutto il mondo stanno rispondendo a questa situazione e analizziamo come la carenza di questo materiale sta influenzando il settore dell’edilizia e, per estensione, i proprietari di casa.
In Giappone
In Giappone circa l’80% degli edifici residenziali bassi è costruito in legno. Sebbene le foreste costituiscano il 66% della massa continentale totale del paese, il Giappone tende a importare legname più economico da altri paesi. Tuttavia, a causa dell’aumento della domanda a livello mondiale, non è stato possibile garantire le importazioni necessarie per le costruzioni pianificate. Questa scarsità di risorse è attualmente così grave che a sua volta ha reso più difficile assicurare la disponibilità del legname locale.
Philip Law, proprietario di un immobile nel Giappone occidentale, racconta che la costruzione della sua casa è stata ritardata di tre mesi, con un aumento del 50% dei costi del legname. «Questo ci sta causando dei problemi rispetto al nostro programma di prestito bancario, perché dovevamo rispettare delle scadenze, e se la nostra casa non verrà completata entro gennaio del prossimo anno, dovremo richiedere un altro prestito».
In Giappone
In Giappone circa l’80% degli edifici residenziali bassi è costruito in legno. Sebbene le foreste costituiscano il 66% della massa continentale totale del paese, il Giappone tende a importare legname più economico da altri paesi. Tuttavia, a causa dell’aumento della domanda a livello mondiale, non è stato possibile garantire le importazioni necessarie per le costruzioni pianificate. Questa scarsità di risorse è attualmente così grave che a sua volta ha reso più difficile assicurare la disponibilità del legname locale.
Philip Law, proprietario di un immobile nel Giappone occidentale, racconta che la costruzione della sua casa è stata ritardata di tre mesi, con un aumento del 50% dei costi del legname. «Questo ci sta causando dei problemi rispetto al nostro programma di prestito bancario, perché dovevamo rispettare delle scadenze, e se la nostra casa non verrà completata entro gennaio del prossimo anno, dovremo richiedere un altro prestito».
L’architetto Toshio Yasui mette in guardia i suoi clienti sui costi più elevati e sui tempi di costruzione più lunghi. «Se i clienti stanno progettando un edificio che è al limite del loro budget, consiglio loro di pensarci due volte perché i costi potrebbero salire».
Molti professionisti sperano che la crisi diventi per il Giappone un’opportunità per rilanciare la propria fornitura nazionale di legno. «Dovremmo aumentare l’uso di legno locale e ridurre la dipendenza dalle importazioni», dice l’architetto Noriaki Seki. «Si ridurrebbero anche i costi di trasporto e le emissioni di carbonio».
Molti professionisti sperano che la crisi diventi per il Giappone un’opportunità per rilanciare la propria fornitura nazionale di legno. «Dovremmo aumentare l’uso di legno locale e ridurre la dipendenza dalle importazioni», dice l’architetto Noriaki Seki. «Si ridurrebbero anche i costi di trasporto e le emissioni di carbonio».
La situazione ha posto rinnovata attenzione su chi lavora per sostenere la filiera locale. Ad esempio, Tokyo Wood di Kojima Koumuten Corporation è un’iniziativa che dal 2012 riunisce una rete di parti interessate nella catena di approvvigionamento – dalla silvicoltura al design e alla costruzione edilizia – che collaborano per la costruzione di case con legno di provenienza locale. «Gli edifici che costruiamo utilizzano ancora legno importato per il materiale orizzontale della struttura ma, a parte questo, i pilastri, le fondazioni, i pavimenti, i solai e i pannelli sono tutti in legname proveniente dalle montagne di Tokyo», dice Makoto Kanakubo di Tokyo Wood.
L’iniziativa si occupa anche di portare i potenziali proprietari di casa in tour nelle foreste locali, in modo da vedere dal vivo dove nasce e come viene lavorato il legno che entrerà nelle loro case. «Per diffondere l’uso del legno locale nelle costruzioni giapponesi la richiesta dovrebbe partire proprio dai consumatori».
L’iniziativa si occupa anche di portare i potenziali proprietari di casa in tour nelle foreste locali, in modo da vedere dal vivo dove nasce e come viene lavorato il legno che entrerà nelle loro case. «Per diffondere l’uso del legno locale nelle costruzioni giapponesi la richiesta dovrebbe partire proprio dai consumatori».
In Australia
Tra il 2019 e il 2020 numerosi incendi boschivi catastrofici hanno bruciato circa 18,6 milioni di ettari e distrutto più di 2.000 case australiane. Questo fenomeno, insieme al programma programma HomeBuilder predisposto dal governo federale in risposta alla pandemia, ha creato una domanda senza precedenti di ristrutturazioni e nuove costruzioni.
«Quest’anno in Australia verranno costruite il 30% in più di case rispetto allo scorso anno», dice Tim Reardon, capo economista della Housing Industry Association. «Ogni anno l’Australia importa generalmente circa il 20% del suo fabbisogno di legname. Il volume delle importazioni ora è salito del 10% rispetto a questo stesso periodo dell’anno scorso».
La domanda di legname è elevata e, proprio come nel resto del mondo, i fornitori hanno bisogno di tempo per aumentarne la produzione.
Tra il 2019 e il 2020 numerosi incendi boschivi catastrofici hanno bruciato circa 18,6 milioni di ettari e distrutto più di 2.000 case australiane. Questo fenomeno, insieme al programma programma HomeBuilder predisposto dal governo federale in risposta alla pandemia, ha creato una domanda senza precedenti di ristrutturazioni e nuove costruzioni.
«Quest’anno in Australia verranno costruite il 30% in più di case rispetto allo scorso anno», dice Tim Reardon, capo economista della Housing Industry Association. «Ogni anno l’Australia importa generalmente circa il 20% del suo fabbisogno di legname. Il volume delle importazioni ora è salito del 10% rispetto a questo stesso periodo dell’anno scorso».
La domanda di legname è elevata e, proprio come nel resto del mondo, i fornitori hanno bisogno di tempo per aumentarne la produzione.
Gli australiani che hanno iniziato a costruire o ristrutturare la propria casa stanno subendo ritardi di mesi. Anche il prezzo del legname è cresciuto fino al 30%, ma poiché la maggior parte degli edifici residenziali ha contratti a prezzo fisso, l’aumento dei costi è per la maggior parte dei casi a carico dei costruttori.
Ma ci sono buone notizie. La produzione delle segherie australiane è in aumento perché alcune stanno lavorando su doppi turni e altre nuove segherie stanno per aprire. Tim Reardon ritiene che nella seconda metà del 2021 ci sarà un’offerta sufficiente per soddisfare l’enorme volume di immobili che stanno per essere costruiti.
Ma ci sono buone notizie. La produzione delle segherie australiane è in aumento perché alcune stanno lavorando su doppi turni e altre nuove segherie stanno per aprire. Tim Reardon ritiene che nella seconda metà del 2021 ci sarà un’offerta sufficiente per soddisfare l’enorme volume di immobili che stanno per essere costruiti.
In Francia
La carenza di materiali, causata dai fermi di produzione durante i periodi di lockdown e dall’aumento della domanda, riguarda sia il legname che le materie prime come l’acciaio, i prodotti metallurgici, il poliuretano, il cemento e il vetro. Inoltre, il regolamento ambientale francese (RE2020) incoraggia le persone a utilizzare più legno nei progetti di costruzione o ristrutturazione, poiché rispetta i requisiti legati alle basse emissioni di carbonio. I dati sono riportati dalla French Union des Industriels et Constructeurs Bois et Biosourcés, l’ente che rappresenta l’industria delle costruzioni in legno e materiali naturali. A questo si aggiunge una forte tendenza che vede protagonisti gli allestimenti interni su misura in legno, compensato o MDF.
Bernadette Krasikow, general contractor di Home Paris, racconta che al momento non c’è nessun fornitore vicino a Parigi con scorte di MDF. «Non possiamo realizzare gli arredi per i nostri progetti. L’MDF è difficile da sostituire, se utilizzassimo ad esempio l’impiallacciatura di rovere sarebbe molto più costoso».
«Mancano anche i cardini quindi, pure se abbiamo i pannelli, non possiamo installare le porte. La carenza di materiali riguarda poi la vernice, perché alcuni componenti provengono dalla Cina, e certi prodotti idraulici, come i gomiti in rame, un elemento senza il quale un bagno non può essere finito e che non può essere sostituito».
Bernadette Krasikow riferisce un aumento dei prezzi dal 5 al 10%. «Oltre all’aumento dei prezzi delle materie prime, c’è il costo del trasporto dei container, che è quadruplicato».
La carenza di materiali, causata dai fermi di produzione durante i periodi di lockdown e dall’aumento della domanda, riguarda sia il legname che le materie prime come l’acciaio, i prodotti metallurgici, il poliuretano, il cemento e il vetro. Inoltre, il regolamento ambientale francese (RE2020) incoraggia le persone a utilizzare più legno nei progetti di costruzione o ristrutturazione, poiché rispetta i requisiti legati alle basse emissioni di carbonio. I dati sono riportati dalla French Union des Industriels et Constructeurs Bois et Biosourcés, l’ente che rappresenta l’industria delle costruzioni in legno e materiali naturali. A questo si aggiunge una forte tendenza che vede protagonisti gli allestimenti interni su misura in legno, compensato o MDF.
Bernadette Krasikow, general contractor di Home Paris, racconta che al momento non c’è nessun fornitore vicino a Parigi con scorte di MDF. «Non possiamo realizzare gli arredi per i nostri progetti. L’MDF è difficile da sostituire, se utilizzassimo ad esempio l’impiallacciatura di rovere sarebbe molto più costoso».
«Mancano anche i cardini quindi, pure se abbiamo i pannelli, non possiamo installare le porte. La carenza di materiali riguarda poi la vernice, perché alcuni componenti provengono dalla Cina, e certi prodotti idraulici, come i gomiti in rame, un elemento senza il quale un bagno non può essere finito e che non può essere sostituito».
Bernadette Krasikow riferisce un aumento dei prezzi dal 5 al 10%. «Oltre all’aumento dei prezzi delle materie prime, c’è il costo del trasporto dei container, che è quadruplicato».
La situazione è così disastrosa che il governo francese ha annunciato misure per aiutare le aziende, tra cui il congelamento delle sanzioni in caso di consegna tardiva e l’istituzione di processi di mediazione per identificare pratiche di sfruttamento e fornitori sicuri.
L’architetta Tina Merkes spiega che a causa delle difficoltà nel reperire i materiali ha dovuto adattare il suo flusso di lavoro, nel bene e nel male. Ci spiega che dal lato del cliente è importante:
Per i professionisti è invece importante:
L’architetta Tina Merkes spiega che a causa delle difficoltà nel reperire i materiali ha dovuto adattare il suo flusso di lavoro, nel bene e nel male. Ci spiega che dal lato del cliente è importante:
- «Effettuare gli ordini all’inizio di un progetto e non durante, in un flusso continuo, come prima della crisi».
- «Prendere le decisioni con i clienti – ad esempio la scelta di piastrelle, rubinetteria, paraschizzi – il prima possibile. Prima avevamo un certo margine di tempo per l’installazione dei prodotti a fine cantiere, che ora non abbiamo più».
- «Fornire una certa flessibilità per la sostituzione dei materiali con altri tecnicamente equivalenti».
Per i professionisti è invece importante:
- «Confrontarsi con i colleghi dello stesso ambito sui materiali alternativi e tenersi aggiornati sui nuovi materiali per trovare sempre il piano B!»
- «Preferire i prodotti locali per una migliore tracciabilità. È anche una scelta più rispettosa dell’ambiente».
- «Trovare materiali riciclati o riutilizzati. Questa è una soluzione sia più economica che più ecologica».
- «Pianificare i progetti tenendo in considerazione scadenze più lunghe e possibili ritardi».
- «Investire in materiali alternativi. Per un progetto in corso cercavamo delle porte che al momento sono molto difficili da trovare. L’azienda ha contattato vari negozi nell’Île de France e alla fine ha acquistato diverse porte dallo stesso fornitore in diversi negozi. Ciò significa un dispendio di tempo che non viene fatturato al cliente finale».
In Germania
Il falegname Jörn Brenscheidt di Hokon racconta che anche la Germania sta soffrendo di carenze di legname, ma sottolinea che il problema più grande è la mancanza di rivestimenti come smalto e oli di cera dura, causata dalle carenze di produzione in Europa e in Asia. «Ad esempio, i barattoli di vernice sono costituiti da molti componenti, ciascuno prodotto in paesi diversi. Se mancano delle parti, il secchio per la vernice non può essere prodotto e quindi la vernice non può essere venduta».
Il falegname Jörn Brenscheidt di Hokon racconta che anche la Germania sta soffrendo di carenze di legname, ma sottolinea che il problema più grande è la mancanza di rivestimenti come smalto e oli di cera dura, causata dalle carenze di produzione in Europa e in Asia. «Ad esempio, i barattoli di vernice sono costituiti da molti componenti, ciascuno prodotto in paesi diversi. Se mancano delle parti, il secchio per la vernice non può essere prodotto e quindi la vernice non può essere venduta».
Adi Brandl, responsabile della pianificazione e della gestione dei progetti presso Lebensraum Holz, in Baviera, afferma che i tempi di consegna dei materiali isolanti sono attualmente pari a quelli del legno: dieci settimane. «L’acciaio è disponibile, ma costoso. Per la plastica invece le risorse scarseggiano e i prezzi sono aumentati».
Jörn Brenscheidt sottolinea l’importanza delle reti professionali per garantire l’approvvigionamento dei prodotti. «Laddove sapevamo che c’era carenza di vernice, colla, olio e viti, abbiamo effettuato ordini e pagamenti in anticipo. Fortunatamente abbiamo un contatto personale con un fornitore di vernici. Ci fa sapere quando sono in corso offerte favorevoli e si occupa personalmente dell’ordine. Abbiamo anche buoni contatti con una grande segheria. Avere una propria rete di contatti è molto utile di questi tempi», dice.
Jörn Brenscheidt indica la globalizzazione come la causa principale della scarsità di materiali e prevede che i prezzi saranno regolati dal mercato in futuro. «La carenza di materiali tornerà ad allentarsi. Perché quando i prezzi salgono, cala anche la domanda».
Jörn Brenscheidt indica la globalizzazione come la causa principale della scarsità di materiali e prevede che i prezzi saranno regolati dal mercato in futuro. «La carenza di materiali tornerà ad allentarsi. Perché quando i prezzi salgono, cala anche la domanda».
In Italia
Paolo Fantoni, vicepresidente di FederlegnoArredo – l’associazione che tutela e rappresenta gli interessi di tutte le aziende operanti con la materia prima del legno – spiega che l’intera filiera del legno in Italia è scossa da un terremoto. «È cominciato lo scorso anno e continua con la ripresa post Covid. La domanda a è cresciuta in modo esponenziale. Nel 2020 abbiamo fatto fronte con le scorte di magazzino alla forte domanda e oggi questo non è più possibile. Questo ha fatto lievitare i prezzi del legno tra il 20-30% e potrebbero ancora aumentare nei prossimi mesi».
Angelo Marchetti, presidente Assolegno di FederlegnoArredo – che rappresenta circa 500 aziende italiane specializzate nella lavorazione lignea e nella costruzione in legno – afferma che questa crisi potrebbe fornire lo slancio necessario per un cambiamento importante. «Il legname da opera è aumentato del 60-70% rispetto alle contrattazioni commerciali di settembre 2020 e negli ultimi 70 anni la superficie forestale italiana è triplicata, occupando il 38% della superficie nazionale. Ad oggi il settore forestale, in termini di valore aggiunto, porta solo lo 0,08% all’economia nazionale».
Paolo Fantoni, vicepresidente di FederlegnoArredo – l’associazione che tutela e rappresenta gli interessi di tutte le aziende operanti con la materia prima del legno – spiega che l’intera filiera del legno in Italia è scossa da un terremoto. «È cominciato lo scorso anno e continua con la ripresa post Covid. La domanda a è cresciuta in modo esponenziale. Nel 2020 abbiamo fatto fronte con le scorte di magazzino alla forte domanda e oggi questo non è più possibile. Questo ha fatto lievitare i prezzi del legno tra il 20-30% e potrebbero ancora aumentare nei prossimi mesi».
Angelo Marchetti, presidente Assolegno di FederlegnoArredo – che rappresenta circa 500 aziende italiane specializzate nella lavorazione lignea e nella costruzione in legno – afferma che questa crisi potrebbe fornire lo slancio necessario per un cambiamento importante. «Il legname da opera è aumentato del 60-70% rispetto alle contrattazioni commerciali di settembre 2020 e negli ultimi 70 anni la superficie forestale italiana è triplicata, occupando il 38% della superficie nazionale. Ad oggi il settore forestale, in termini di valore aggiunto, porta solo lo 0,08% all’economia nazionale».
Attualmente l’Italia importa dall’estero l’80% del proprio fabbisogno di legno per i mobili e l’edilizia. «Per mitigare l’instabilità di mercato, la ricetta sta proprio nella valorizzazione dei boschi nazionali. È proprio grazie alla loro gestione, basata su un’interazione tra pubblico e privato, che potremmo diminuire le importazioni di legname di quasi la metà», conclude Angelo Marchetti.
Negli Stati Uniti
La domanda di costruzione e ristrutturazione sta registrando un vero e proprio boom, ma allo stesso tempo il costo dei prodotti e dei materiali è aumentato e le consegne stanno subendo grossi ritardati. La carenza di manodopera e i lunghi tempi di attesa stanno creando grandi difficoltà.
Ma alcuni proprietari di casa hanno trovato delle alternative. «Volevamo costruire una terrazza tra la nostra veranda e il portico che abbiamo riparato questa primavera. Ma quando abbiamo saputo che il prezzo del legname è salito alle stelle, abbiamo optato per la ghiaia come soluzione provvisoria», racconta il proprietario di casa Jo Adang di Hazelton, in Pennsylvania. «Col tempo abbiamo scoperto che la ghiaia ci piace così tanto che potremmo persino mantenerla così! È decisamente un materiale a bassa manutenzione».
Lance Granger dice che stava per iniziare una nuova costruzione a nord di Battle Ground, Washington, ma a causa dell’aumento dei prezzi del legname ha deciso di utilizzare gli alberi dalla sua proprietà. «È un peccato che le nostre catene di approvvigionamento siano state danneggiate così tanto ultimamente, ma per noi si è trasformata nell’opportunità di realizzare un progetto unico».
La domanda di costruzione e ristrutturazione sta registrando un vero e proprio boom, ma allo stesso tempo il costo dei prodotti e dei materiali è aumentato e le consegne stanno subendo grossi ritardati. La carenza di manodopera e i lunghi tempi di attesa stanno creando grandi difficoltà.
Ma alcuni proprietari di casa hanno trovato delle alternative. «Volevamo costruire una terrazza tra la nostra veranda e il portico che abbiamo riparato questa primavera. Ma quando abbiamo saputo che il prezzo del legname è salito alle stelle, abbiamo optato per la ghiaia come soluzione provvisoria», racconta il proprietario di casa Jo Adang di Hazelton, in Pennsylvania. «Col tempo abbiamo scoperto che la ghiaia ci piace così tanto che potremmo persino mantenerla così! È decisamente un materiale a bassa manutenzione».
Lance Granger dice che stava per iniziare una nuova costruzione a nord di Battle Ground, Washington, ma a causa dell’aumento dei prezzi del legname ha deciso di utilizzare gli alberi dalla sua proprietà. «È un peccato che le nostre catene di approvvigionamento siano state danneggiate così tanto ultimamente, ma per noi si è trasformata nell’opportunità di realizzare un progetto unico».
Joseph Graves, titolare di Graves Construction, afferma di aver dovuto riprogettare i propri contratti e piani d’azione per far fronte ai costi fluttuanti dei materiali e dedicare più tempo alla gestione del processo di offerta dei contratti. «A volte offriamo ai clienti opzioni alternative, con confronti dei prezzi. Stiamo monitorando ogni processo per ridurre al minimo le perdite e aumentare la consapevolezza dei proprietari di casa».
Al Pante, project manager di Decorum Home Improvement, racconta che i prezzi sono aumentati in modo drammatico. «Descriviamo dettagliatamente i costi stimati per il proprietario di casa in modo che possa prendere una decisione consapevole».
Al Pante, project manager di Decorum Home Improvement, racconta che i prezzi sono aumentati in modo drammatico. «Descriviamo dettagliatamente i costi stimati per il proprietario di casa in modo che possa prendere una decisione consapevole».
Contro ogni aspettativa, la pandemia di Covid-19 ha provocato un boom edilizio, in quanto i proprietari di casa di tutto il mondo si stanno adoperando per adattare i propri spazi domestici agli improvvisi cambiamenti nello stile di vita, come ad esempio il lavoro da casa. «Negli Stati Uniti il nostro Barometro delle ristrutturazioni Houzz Q2 conferma che i professionisti dell’edilizia stanno registrando un aumento della domanda senza precedenti», dice Marine Sargsyan, economista senior di Houzz. Come conseguenza di questo fenomeno globale vi è stato un aumento significativo della domanda di materiali da costruzione in tutto il mondo.
Allo stesso tempo la fornitura di legno, o legname da costruzione, a livello mondiale è stata ostacolata da una pletora di problemi. Ad esempio un’infestazione di coleotteri di pino mugo, che si nutrono della corteccia degli alberi, e diverse stagioni di violenti incendi hanno decimato la produzione di legni teneri della Columbia Britannica, in Canada, che normalmente fornisce circa un terzo del fabbisogno di legname degli Stati Uniti.
Le restrizioni legate alla pandemia hanno ridotto anche la quantità di legname che le segherie possono lavorare, per via delle chiusure e dei nuovi turni con meno personale. L’Europa ha dunque attualmente un surplus di tronchi abbattuti pronti per essere segati e trasformati in legname e la UK Timber Trade Federation identifica i rallentamenti legati al COVID nelle fabbriche europee come un fattore determinante dell’attuale insufficienza di legname nel Regno Unito.
A questo si aggiunge poi un rallentamento delle attività di segheria in alcuni paesi, come la Nuova Zelanda e gli Stati Uniti, sulla scia di diversi anni di cattiva amministrazione e a causa dei timori di una recessione post-pandemica che non si è concretizzata.