Le Case di Houzz: il Recupero in Sei Mesi di una Dimora dal DNA Inglese
Non fatevi ingannare: questa casa alle porte di Udine ha un cuore tutto italiano che valorizza il passato in tutte le sue sfaccettature
Un complesso di case a stecca risalente agli inizi ‘900, costruito secondo i canoni edilizi inglesi (abitazione monofamiliare con 3 gradini all’ingresso, 2 piani e orto sul retro) e un architetto con una grande passione per gli oggetti vissuti.
«C’è un saggio giapponese da cui ho tratto grandi insegnamenti: si intitola il Libro d’Ombra, di Tanizaki Junichiro (Bompiani, 2000). Parla della patina che gli oggetti acquisiscono nel tempo, concetto poco apprezzato in Occidente, ma fondamentale nella cultura giapponese» rivela l’architetto all’inizio della nostra chiacchierata.
«C’è un saggio giapponese da cui ho tratto grandi insegnamenti: si intitola il Libro d’Ombra, di Tanizaki Junichiro (Bompiani, 2000). Parla della patina che gli oggetti acquisiscono nel tempo, concetto poco apprezzato in Occidente, ma fondamentale nella cultura giapponese» rivela l’architetto all’inizio della nostra chiacchierata.
Solo sei mesi per sventrare e rifare l’intera casa «abbiamo seguito assiduamente la ditta che ha svolto il lavori – ricorda Filippo Saponaro. Abbiamo iniziato ad aprile, e a settembre eravamo già dentro». Un progetto di ristrutturazione intenso, che ha dato i suoi frutti apportando delle notevoli migliorie.
«La casa era grezza e nuda quando io e mia moglie l’abbiamo vista per la prima volta, ma aveva una bella energia, un’ottima suddivisione degli spazi e il giardino aveva una dimensione godibile».
«La casa era grezza e nuda quando io e mia moglie l’abbiamo vista per la prima volta, ma aveva una bella energia, un’ottima suddivisione degli spazi e il giardino aveva una dimensione godibile».
«L’intervento maggiore è stato abbattere il muro portante tra la cucina e la scala, inserendo un portale a C in acciaio. In questo modo è stato possibile girare la scala (portandola da due a una rampa), ottenere una cucina più grande e recuperare una stanza da bagno in più al piano superiore».
La scala, sebbene non sia più nella posizione iniziale, è realizzata in legno con un occhio per i materiali dell’epoca. Gli scalini sono quelli originali, dunque hanno più di 100 anni.
«La parete che la sottende è stata rasata a gesso, così ho potuto stendere della vernice effetto lavagna. Qui mia figlia si sbizzarrisce» racconta l’architetto.
Il pavimento del pian terreno (ingresso escluso) è in larice naturale leggermente sbiancato «è stato realizzato questo trattamento per togliere la sfumatura rossastra che questa essenza assume nel tempo» spiega.
La scala, sebbene non sia più nella posizione iniziale, è realizzata in legno con un occhio per i materiali dell’epoca. Gli scalini sono quelli originali, dunque hanno più di 100 anni.
«La parete che la sottende è stata rasata a gesso, così ho potuto stendere della vernice effetto lavagna. Qui mia figlia si sbizzarrisce» racconta l’architetto.
Il pavimento del pian terreno (ingresso escluso) è in larice naturale leggermente sbiancato «è stato realizzato questo trattamento per togliere la sfumatura rossastra che questa essenza assume nel tempo» spiega.
La cucina ben rappresenta il mix tra passato e presente che permea tutta la casa. La struttura è realizzata in cemento grezzo con mobili in legno incassati, mentre gli elettrodomestici dal sapore industriale sono contemporanei, come il Piano Cottura Ribaltabile di Alpes Inox, disegnato da Domenico (Nico) Moretto che ha vinto il Compasso d’Oro nel 1998.
Anche la cappa, realizzata in ferro su disegno dell’architetto, in realtà nasconde un motore iper-tecnologico.
Le cementine a parete sono tutte recuperate da cantieri e mercatini, così come le sedie.
Anche la cappa, realizzata in ferro su disegno dell’architetto, in realtà nasconde un motore iper-tecnologico.
Le cementine a parete sono tutte recuperate da cantieri e mercatini, così come le sedie.
Il soggiorno è la stanza che più testimonia il trascorso di questa abitazione.
«Quando abbiamo iniziato i lavori di ristrutturazione tutto era intonacato di bianco – racconta l’architetto. Abbiamo iniziato a scrostarlo e sotto sono iniziati ad apparire dei disegni. Poi abbiamo visto che queste decorazioni erano stratificate. Che scoperta! Ogni “livello” presentava motivi diversi, poiché venivano rifatti a seconda del periodo storico. Erano ovunque, ma abbiamo deciso di lasciare questa testimonianza delle varie epoche della casa – come un grande affresco – solo in soggiorno. Scrostata a mano, la parete è stata successivamente trattata per non perdere gli effetti cromatici».
Poltrone originali (dei nonni del padrone di casa): Le Bambole di B&B Italia, 1972, design Mario Bellini; lampada a sospensione realizzata dalla moglie; sulla destra, calibro per alberi trovato in un mercatino: serve per misurare la dimensione dei tronchi.
«Quando abbiamo iniziato i lavori di ristrutturazione tutto era intonacato di bianco – racconta l’architetto. Abbiamo iniziato a scrostarlo e sotto sono iniziati ad apparire dei disegni. Poi abbiamo visto che queste decorazioni erano stratificate. Che scoperta! Ogni “livello” presentava motivi diversi, poiché venivano rifatti a seconda del periodo storico. Erano ovunque, ma abbiamo deciso di lasciare questa testimonianza delle varie epoche della casa – come un grande affresco – solo in soggiorno. Scrostata a mano, la parete è stata successivamente trattata per non perdere gli effetti cromatici».
Poltrone originali (dei nonni del padrone di casa): Le Bambole di B&B Italia, 1972, design Mario Bellini; lampada a sospensione realizzata dalla moglie; sulla destra, calibro per alberi trovato in un mercatino: serve per misurare la dimensione dei tronchi.
Il bagno a pian terreno è stato realizzato ex-novo (anche la stanza che lo contiene) abbattendo e bonificando la vecchia latrina. Per mantenere il sapore British della casa, sono stati scelti sanitari e rubinetteria (Azzurra) dallo stile rétro. L’esterno della vasca da bagno (Gaia) è stato dipinto con un colore personalizzato. Per le pareti è stato scelto un verde salvia (anche questo molto “inglese”) di Farrow & Ball. La griglia su cui si arrampica la vite è stata realizzata dalla moglie con canne di bambù nero.
Per il pavimento, vecchie cementine posate a mo’ di tappeto.
Per il pavimento, vecchie cementine posate a mo’ di tappeto.
Al piano superiore troviamo le camere da letto. «Abbiamo recuperato tutti i pavimenti esistenti, in grandi doghe di legno, e a seconda della stanza li abbiamo trattati in modo diverso. Nella camera padronale è stato dipinto di bianco, in quella di nostra figlia abbiamo deciso di mantenerlo naturale, mentre nella terza stanza è stato dipinto a scacchi» spiega Saponaro.
«In realtà tutta la nostra camera da letto è bianca. Abbiamo deciso così poiché la stanza è esposta a Nord, quindi il sole non entra mai direttamente. Il bianco è sicuramente la tinta che maggiormente cattura la luce; in più, è contemplativo».
Come anticipato, è stato possibile realizzare anche un bagno al piano superiore grazie allo spazio recuperato spostando la scala. Siccome l’unica fonte di luce per il pianerottolo era la finestra di questo bagno, l’architetto ha pensato di non chiuderlo totalmente con dei muri, ma di usare un divisorio in vetro smerigliato «così la luce può filtrare e nel contempo viene garantita la privacy necessaria».
Piatto doccia gettato in cemento; sanitari Fima; porta asciugamani in ferro nero piegato realizzati a mano; pavimento in larice dipinto.
Piatto doccia gettato in cemento; sanitari Fima; porta asciugamani in ferro nero piegato realizzati a mano; pavimento in larice dipinto.
Incorniciato da vite americana, il piccolo giardino (che originariamente fungeva da orto) è delle dimensioni ideali per godersi le belle giornate. Prima non si accedeva dalla cucina, al posto della porta c’era una finestra. L’architetto ha apportato questa ulteriore modifica in fase di ristrutturazione per creare un continuum tra ambiente interno ed esterno.
Guarda tutte le foto di questo progetto
Guarda tutte le foto di questo progetto
Colpo d’occhio
Chi ci abita: L’architetto che ha ristrutturato la casa con sua moglie e sua figlia
Dove: Udine
Anno di costruzione: 1910
Anno di ristrutturazione: 2014
Architetto: Filippo Saponaro
Superficie: 110 metri quadrati; cucina, soggiorno, 2 bagni, 3 camere da letto
Il particolare interessante:l’abitazione fa parte di un complesso di case in linea costruite agli inizi del ‘900 per i dipendenti di una fabbrica situata nelle vicinanze.
Specchio di un vecchio locale e appendini anni ‘50 comprati in un mercatino d’antiquariato; lampada a sospensione realizzata su disegno dell’architetto e messa a punto con l’aiuto dell’elettricista; pavimento in cemento industriale.