Frantoio di Pozzi
L’edificio, immerso in un ampio oliveto storico “di valenza ambientale” è ubicato a Pozzi, nel comune di Seravezza, nella piana Versiliese tra Pietrasanta e Forte dei Marmi. Il fabbricato, classificato “edificio di impianto storico e di interesse tipologico”, è tra gli edifici più antichi della zona, già presente nel catasto Leopoldino del 1824, anticamente era collegato allo sfruttamento agricolo degli oliveti avendo all’interno un vecchio frantoio. Un attento studio tipologico ha evidenziato come nel corso degli anni la struttura originaria sia andata incontro a una serie di trasformazioni, estensioni e annessioni, per rispondere alle esigenze economico-abitative in cambiamento, in particolar modo dovute al passaggio da un’economia prettamente agricola a un’economia principalmente legata al settore lapideo e al terziario che ha causato la progressiva urbanizzazione degli oliveti riducendo inesorabilmente la superficie coltivata.
L’intervento si concentra su una serie di interventi finalizzati al recupero e alla valorizzazione della tipologia di impianto di antica formazione del fabbricato che allo stato attuale presenta condizioni insediative critiche sia dal punto di vista tipologico che strutturale. Il punto di partenza del progetto è riconsolidare l'involucro da un punto di vista strutturale, andando ad intervenire sulla struttura centenaria, ripulendola dalle annessioni più recenti in contrasto con la tipologia originaria, e perseguendo l’isolamento e l’efficientamento termico dell’involucro. Parallelamente a un restauro quasi filologico delle parti originarie esterne il progetto si configura come contemporaneo in termini di spazialità e arredi, creando una sintesi finale in un’architettura senza tempo, funzionale e dotato di ogni comfort, nell’ottica delle esigenze di vita e fruizione del vivere contemporaneo.
Rispetto all’impianto originale, che per ovvie ragioni era introverso, chiuso su se stesso lasciando fuori il paesaggio, il progetto crea invece una forte relazione su ogni lato con l’oliveto e gli scorci di paesaggio, attraverso soluzioni spaziali che proiettano all’esterno la spazialità interna.